Nel panorama musicale emergente, c’è chi cerca il riflettore facile e chi, come Ksv Sirius, sceglie un cammino più profondo, viscerale, sincero. Dietro un nome affilato e cosmico si nasconde un ragazzo che vive la musica come missione personale, quasi terapeutica, e che non ha paura di dire le cose come stanno. Non solo beat e parole: nei suoi testi si respirano emozioni crude, visioni psichedeliche, viaggi interiori e la lotta costante per rimanere sé stessi in un mondo che cerca sempre di cambiarti.
Abbiamo avuto il piacere di scambiare due parole con lui, ed è nata un’intervista intensa, senza filtri, che racconta non solo un artista, ma anche un’anima in pieno fermento creativo.
1) Cosa ti ha spinto a fare il cantante?
Fin da piccolo ho sempre avuto interesse per la musica e sognavo di lavorare all’interno di questo settore. Due anni fa, mi venne l’idea di provare a registrare diversi pezzi e, dato che conoscevo un amico con un piccolo studio, decisi di tentare. All’inizio non è stato facile capire tutte le dinamiche di questo mondo, ma ora credo di aver compreso molte cose e sono determinato a raggiungere il mio utopico obiettivo.
2) I tuoi hobby/interessi al di là della musica?
Ho molti hobby al di fuori della musica. Ho sempre apprezzato tutto ciò che riguarda l’arte in tutte le sue “dimensioni”: poesia, letteratura, fotografia, disegno e pittura. Inoltre posso definirmi un fanatico del collezionismo, in quanto posseggo diverse collezioni di piccola oggettistica di svariato genere, soprattutto in stile orientale.
3) Quali sono i lati positivi nell’essere cantante?
I lati positivi nell’essere cantante è che è una continua evoluzione. Più ti incroci col mondo della musica e più scopri la complessità di tutto ciò. La cosa mi gasa tantissimo e mi rende ancora più determinato.
4) E quelli negativi?
Come tutte le cose, anche questo mondo ha diversi lati negativi. Più sali e più le persone cercano di guadagnare su di te, promettendo sponsor, crescite facili e quant’altro. Ovviamente non parlo solo di realtà fraudolente, ma anche di realtà ufficiali che promettono diversi risultati, per poi renderti conto della fregatura. Per esempio, mi è capitato a volte che mi contattassero alle 5 la mattina per propormi diversi piani di crescita. Per me tutto ciò è pressoché inutile… se vuoi salire c’è solo un modo per farlo e non esiste una “via facile”.
6) Come ti concentri per scrivere un brano?
Solitamente i brani li scrivo nel cuore della notte mentre fumo diverse sigarette. Con il silenzio riesco ad entrare in contatto con le mie emozioni e riesco a trovare l’ispirazione in base all’umore e alle sensazioni che provo in quel determinato momento.
7) A chi ti sei ispirato?
Mi sono ispirato a diversi artisti per trovare una mia “identità musicale”, ma non volevo somigliare troppo a loro. Voglio che la mia musica sia comunque unica in qualche modo. Con “Gunpowder”, per esempio, mi sono ispirato tanto ad un artista americano chiamato Pop Smoke, cercando di integrare un po’ la rabbia del momento difficile che stavo passando.
8) Parlaci del tuo ultimo progetto
Il mio ultimo progetto è stato “Mindshrooms”. Il titolo collega due parole, quali Mind (mente) e Mushrooms (funghi). L’idea era nata da un contesto psichedelico, dove cercavo di cogliere gli effetti dei funghetti allucinogeni. Facendo molte ricerche ho potuto notare che molti di essi avevano caratteristiche simili ad una sensazione che noi proviamo tutti giorni, ovvero l’ansia. Ho cercato pertanto di integrare quante più cose possibili in questo testo, descrivendo la ricerca costante di se stessi, il sentirsi fuori posto e disorientati, ma anche il fatto di essere comunque in pace con sé stessi ed il fatto di trovare la forza per uscire da questo stato confusionario.
Personalmente la ritengo un’opera eccellente e sono molto soddisfatto di esser riuscito ad integrare “un mondo” in un testo. (Tra l’altro nell’immagine della copertina ci sono dettagli nascosti, quali un mondo psichedelico nel centro… ogni cosa è stata fatta con un preciso scopo).
9) Ci sono tanti ragazzi e ragazze che sognano di diventare cantanti. Che consigli daresti?
Molte persone vogliono diventare cantanti, ma ciò non basta. Serve un qualcosa che ti spinge a non arrenderti. La maggior parte degli artisti pensano che la musica porti soldi e vanno avanti con l’intento di farne un business, ma la maggior parte falliscono dopo poche canzoni. Il fatto è che non funziona così… tra produzione e sponsorizzazioni varie, non c’è mai un effettivo guadagno, anzi, molte volte la spesa è cento volte superiore al profitto. Pertanto il mio consiglio è: trovate il vostro scopo, la vostra determinazione effettiva o fallirete prima ancora di partire.
13) Perché il pubblico dovrebbe ascoltarti?
Il concetto è abbastanza semplice: perché voglio che le persone si rivedano in ciò che scrivo. Molte hanno paura di affrontare differenti situazioni ostili e penso che la mia musica possa essere un supporto per farsi forza e non mollare. Per questo son così determinato… perché la musica è stata tutto per me nei momenti difficili, pertanto le devo tutto e spero di poter aiutare in qualche modo anche altra gente là fuori.
14) Saluta i tuoi sostenitori.
Da Ksv Sirius è tutto, vi ringrazio per aver letto la mia intervista e spero abbiate apprezzato.
Bye🥶🤙
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Se vuoi scoprire l’universo sonoro di Ksv Sirius, non perdere il suo ultimo lavoro “Mindshrooms”, disponibile su tutte le piattaforme digitali.
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bello